La Golden Age della scena acid house inglese, in foto
Il nuovo libro fotografico di Dave Swindells celebra l'energia incontenibile, l'edonismo e la spensieratezza pre-smartphone dell'estate '88.
Fotografia: Dave Swindells
“Quello che ricordo più chiaramente della scena acid house è la consapevolezza che non potesse essere arginata,” racconta il fotografo Dave Swindells. “Tutto è cominciato da feste contenute e piccoli club illegali, ma nel giro di poco tempo questa scena è esplosa manifestandosi prima nella comparsa di nuove serate—che in poche settimane hanno radicalmente trasformato la club culture londinese—e poi si è estesa fuori dai club pervadendo le strade, le fattorie e le spiagge dentro e fuori la città.”
Ed è proprio questo senso di infinitezza, questa energia incontenibile, che viene celebrata e raccontata dal nuovo libro fotografico pubblicato da IDEA, Acid House As It Happened. Uno sguardo nostalgico al clubbing della Second Summer of Love, ossia l’estate del 1988, il libro è una cronistoria di un periodo indimenticabile, un momento in cui rave, ecstasy e un nuovo modo di fare festa ha travolto e cambiato nel profondo la vita notturna del Regno Unito.


Da quel momento, la cosiddetta "Second Summer of Love" avrebbe ridefinito la club culture per gli anni e le generazioni a venire, mixando influenze baleari a un framework culturale decisamente britannico, come dimostrano le immagini di Dave che ritraggono adidas malconce, mascelle tese e feste underground che si riversavano per le strade di Londra e Manchester—"le persone volevano continuare a festeggiare quando i club chiudevano alle 3 del mattino,” racconta Dave.
La maggior parte delle esplosioni sono causate da reazioni chimiche e così, dice Dave, è stato anche per l’acid house. “Non dovevi essere sotto l’effetto di ecstasy o acidi per goderti l'esperienza,” aggiunge “ma evidentemente alimentava quell’energia e quell’impatto esplosivo.” Un impatto che avrebbe poi avuto conseguenze importanti sulla cultura rave degli anni '90 anche in Regno Unito, effetti lampanti che il fotografo ha ritratto in altre sue serie, come Ibiza '89, che documenta l'edonismo della scena dei club dell'isola, e Spike Island, che segue l’ascesa degli Stone Roses nella Madchester del 1990. “Gli eventi del 1988 sono stati una sorta di punto di partenza per le scene che sono andate a crearsi successivamente, in scala minore ma con un’energia decisamente irrefrenabile. Alcuni degli eventi più importanti della scena acid non sono presenti in questo libro semplicemente perché non ho avuto modo di raggiungerli o, per la maggior parte, perché c’era la regola di non scattare foto.

Tutte le immagini di Dave di quell'epoca immortalano una generazione immersa nella musica, nelle droghe e nel momento, priva di autocoscienza e lontana dalle ormai onnipresenti fotocamere degli smartphone che illuminano con i loro flash i club di oggi. "L'ovvia conseguenza della proliferazione delle fotografie sui social media è che le persone si comportano in modo diverso perché sono consapevoli che possono essere immortalate in qualsiasi momento e da tutte le angolazioni,” riflette Dave. “Il promoter, stilista e performer Leigh Bowery era solito sfogarsi nei club a metà degli anni '80, strisciando ubriaco per terra. Oggi è difficile immaginare una persona in una posizione simile farlo ogni sera, perché la sua immagine finirebbe su internet prima ancora che torni a casa.”
Nel 1988, l'impatto dell'acid house riverberava non solo alle stesse feste, ma anche con onde d'urto sociali. "Prima, si poteva entrare nei club solamente se vestiti nella maniera “giusta”, il tuo ingresso era deciso in base alla tua apparenza,” afferma Dave. "Improvvisamente, le divisioni basate sull'abbigliamento, sulla classe o sul colore della propria pelle—o addirittura basate su dove vivevi e quale squadra di calcio tifavi—sembravano a malapena importare.”








Puoi acquistare “Acid House As It Happened” di Dave Swindells, edito da IDEA, qui.
Questo articolo è originariamente apparso su i-D UK.
Segui i-D su Instagram e Facebook