perché le artiste donne devono ancora lottare per avere una mostra personale?
Ebbene sì, nel mondo dell'arte le donne vengono ancora sistematicamente sottovalutate.

Secondo quanto riporta The Art Newspaper, una nuova ricerca della Freelands Foundation dimostra che risulta ancora difficile per le artiste donne ottenere una mostra personale rispetto alla controparte maschile. I numeri, infatti, sono abbastanza scoraggianti: solo il 27% delle 590 personali che hanno avuto luogo nei maggiori musei americani tra il 2007 e il 2013 erano dedicate ad artiste donne. E a Londra solo il 25% delle mostre più prestigiose nel 2014 e 2015 erano tenute da artiste. Tuttavia, questa notizia arriva proprio al momento giusto dato che le differenze di genere nel mondo dell'arte stanno iniziando a destare qualche polemica e sembra esserci finalmente aria di cambiamento. Frances Morris, la nuova direttrice del Tate Modern, ha detto riguardo al suo programma: "Le donne avranno una forte presenza quest'anno e ciò ci permetterà di far conoscere la vera storia dell'arte e quanto le donne, spesso non tenute in considerazione, abbiano contribuito." Mercoledì il museo inaugurerà intanto una mostra dedicata a Mona Hatoum, e a seguire una su Georgia O'Keefe a Luglio.
Una delle soluzioni potrebbe arrivare dai finanziatori - una nuova generazione di magnati a cui piace essere chiamati "avventori attivisti" - che hanno il potere di finanziare quelle artiste donne che non vengono messe in risalto. Alcuni curatori però non si mostrano d'accordo, sottolineando che il problema è culturale. Molti artisti e curatori lamentano il fatto che si tratti di una mancanza di rispetto nei confronti delle opere ideate da donne e ben visibile a causa della disparità di prezzo tra le opere realizzate da donne e da uomini. La vera soluzione, sembra, è di assumere più donne all'interno delle istituzioni artistiche, soprattutto curatrici, e scegliere donne piuttosto che uomini il 50% delle volte. Helen Molesworth, curatrice del Museum of Contemporary Art di LA afferma, "L'unico modo per favorire la diversità è contribuire a crearla," ricordandoci che ci sono solo un numero limitato di mostre all'anno nei musei e che "se fossimo equi, molti meno uomini non andrebbero in mostra." Quel che è giusto è giusto, se le scelte si basano sul talento.
Crediti
Testo Blair Cannon
Immagine via Twitter