Dal Tennessee con amore: l'America più profonda vista dal fotografo Zac Wilson
"Ho vissuto nel Tennessee per tutta la vita. Non ho la mentalità della maggior parte della gente di qui, e penso ancora a come sarebbe stato andarmene."
Fotografia di Zac Wilson
Tra 66mila abitanti, camicie a scacchi e pickup non posso evitare di immaginare nuvole di fumo delle sigarette Winston e odore di lacca per capelli pizzicarmi le narici. Socchiudo e cerco di mettere a fuoco. Quindici scatti forse non basteranno per comprendere pienamente l’estetica di Zac Wilson, fotografo americano del Tennessee.
Perciò gli abbiamo chiesto di aprirci un po’ i suoi cassetti e raccontarci di più su di lui e sulla sua famiglia.

Abiti a Johnson City, Tennessee. Ho letto da qualche parte che hai pensato più volte di trasferirti, ma che poi finirebbe per mancarti casa. Cosa ti spingerebbe allora realmente a spostarti da dove sei?
Quand’ero giovane volevo andarmene davvero. Ma adesso ho 37 anni e ho vissuto nell'East Tennessee per tutta la vita. Non ho la stessa mentalità della maggior parte delle persone intorno a me, e penso ancora a come sarebbe stato andarsene davvero. Per rispondere alla tua domanda, penso che se mi fosse stata data la possibilità di fotografare tutto quello che volevo e poi essere pagato un sacco di soldi per farlo, allora sarei andato assolutamente ovunque!


Sei un appassionato di fotografia sin dall'adolescenza. Ricordi il tuo scatto preferito di quel periodo embrionale a livello fotografico?
Ho ricevuto la mia prima macchina fotografica quando avevo dieci anni. Era una Polaroid e il mio primo rullino aveva un bordo "party" con dei palloncini disegnati. Penso che il mio primo scatto sia stato uno della mia famiglia, il giorno di Natale del 1994.


E poi? Di lì non ti sei più fermato?
Mi fa sorridere pensare che dopo tutti questi anni io stia ancora fotografando la mia famiglia. Non ricordo immagini specifiche di allora, ma al liceo volevo sempre scattare delle foto ai miei amici mentre fumavano sigarette e cose così. Allora tutto era analogico, finivamo il rullino e poi correvamo al supermercato, un Super K-Mart, per svilupparlo e aspettavamo nel parcheggio per un’ora prima di vedere dei risultati. Sono così felice di avere una fotocamera digitale. Non mi manca affatto la pellicola.


Sembri molto legato alle donne della tua famiglia. Cosa rappresentano per te e come si è creato questo rapporto?
Adoro fotografare mia zia Linda. Lei è la mia preferita, è sempre stata disposta a mettersi in gioco con tutte le mie strane idee, anche se poi non le interessa vedere le foto. È fantastica di fronte alla macchina fotografica. Qualche anno fa mi ha chiesto di scattarle una foto del suo camper con il suo cane Toffee per la newsletter del suo camper club. È stata una giornata davvero divertente. Sono sempre stato molto unito a mia Zia Linda e Meme, una delle mie altre zie. Starei con loro ogni giorno se potessi.


In molte delle tue fotografie sembra che il momento dello scatto sia durato un tempo indefinito, come se non ci fosse stata nessuna fretta. Quanto tempo spendi a fotografare?
Durante la settimana lavoro dalle 8 alle 17, quindi non ho molto tempo per scattare. Porto sempre con me una piccola Canon Powershot ed esploro i dintorni durante la mia pausa pranzo, scattando foto di mucche, binari del treno, paesaggi e laghi. Immagino sempre le foto che vorrei scattare e ci lavoro quando ho più tempo nei fine settimana.


Non so perché, ma da come ti guardano si direbbe che i tuoi soggetti siano anche tuoi conoscenti. È così? Cosa ti interessa delle persone che scatti?
Ciò che mi ispira di più delle persone che fotografo è la quantità di fiducia che devono avere in me e le mie idee. Ho una manciata di persone con cui collaboro regolarmente, quasi un cast di personaggi, che include alcuni membri della mia famiglia. Cerco persone che siano disposte a esporsi in modi che potrebbero non essere considerati particolarmente lusinghieri. Inoltre, sono un po’ un maniaco del controllo (ma solo quando si tratta delle mie fotografie), quindi mi piacciono le persone che in quella situazione mi permettono di comandare.


Cosa tieni nei cassetti del comodino?
Nel cassetto accanto al mio letto c'è una copia tascabile del libro Valentine, che è stato trasformato in un film horror fantastico qualche anno fa. È uno dei miei film preferiti. Ci sono anche spiccioli, strisce Respira Bene e un articolo stampato del 2009 intitolato Come creare una Fanzine. Non ne ho ancora creata una, però.


Ci riveli la password per vedere il tuo progetto privato We're Gonna Have Hotdogs sul sito?
Il progetto non è ancora pronto ma qui un piccolo assaggio :)


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Crediti
Intervista di Laura Ghigliazza
Fotografia di Zac Wilson