mario testino ci parla della differenza tra erotismo e sessualità
Il leggendario fotografo si racconta in un'intervista sul ruolo del nudo, dei generi e dell'intimità nel suo lavoro.

L'articolo è stato aggiornato in seguito alla nuova intervista rilasciata da Mario Testino a i-D Germania in occasione della sua nuova mostra Undressed presso la Helmut Newton Foundation di Berlino.
Da bambino, Mario Testino voleva diventare prete. Poi è finito a Londra per studiare fotografia ed è diventato uno dei fotografi di moda più conosciuti e acclamati del mondo, ha pubblicato diversi libri fotografici che fanno ormai parte delle biblioteche di moda più affermate e ha anche immortalato su pellicola la famiglia reale britannica, Regina Elisabetta compresa. Ma i soggetti delle sue fotografie non sono l'unico motivo della sua fama: il successo del peruviano è dovuto a uno stile unico, maestoso ma sempre moderno, che si unisce a un'estetica quasi pittorica che si sforza di andare oltre gli stereotipi di genere. Nei suoi 35 anni di carriera, il maestro della fotografia ha ritratto culturisti abbronzati, uomini d'affari in abito elegante ma anche emaciati ragazzini con i capelli lunghi e modelli con i tacchi e rossetto.

Josh Hartnett, New York, VMAN, 2005
Oggi, cosa ti affascina ancora del nudo?
La perfezione, perché è così rara. In ogni set fotografico di nudo scatto centinaia di immagini, ma in fase di post-produzione poi ne rimangono magari dieci che sono davvero eccezionali. Non è che vivo nel tentativo di raggiungere la perfezione: quando si tratta di nudo mi affascina vedere che il nostro corpo non è perfetto, ma grazie alla fotografia posso finalmente raggiungere la perfezione.
Pensi che il nudo abbia sempre qualcosa di sessuale?
Penso che ci sia sessualità e sensualità in tutto, non solo nel nudo. Ovviamente nel nudo è più ovvio, ma alcune volte si può guardare un nudo e apprezzarlo elementi privi di connotazioni sessuale. Alcune volte i nudi sono di studio. Io ho fotografato molti nudi a inizio carriera per studiare come reagisce la luce.

Mario Testino Paris, Vogue Italia, 2000 © Mario Testino
Cosa significa per te intimità?
L'intimità è interessante, perché arriva solo quando conosci una persona. Puoi essere intimo con una persona solo se ti senti al sicuro, solo se percepisci che qualunque cosa farai o dirai nessuno ti giudicherà. E questo è esattamente l'obiettivo che voglio raggiungere nelle mie fotografie. A volte però non ho che dieci minuti per entrare nell'intimità di chi devo fotografare. Un tempo scattavo moltissimi nudi nel mio studio perché volevo capire come si muovono le persone, come usano il loro corpo per esprimersi.
È questo momento d'intimità la parte più eccitante di uno shooting?
Il momento più eccitante è quando la porta si apre e la persona che devo fotografare entra nel mio studio, perché in quel momento può ancora succedere di tutto. Le sensazioni che associo all'intimità sono invece rilassatezza, sicurezza e ironia. Quando le persone si sentono sicure, appaiono automaticamente anche agli altri più sicure di sé—e in quel momento potrebbe arrivare la Foto con la maiuscola. E con questo intendo una fotografia che esprima l'esatta condizione in cui il soggetto si trova davanti al mio obiettivo. Le persone si sentono diverse e sono diverse quando si trovano di fronte a persone diverse. E io voglio essere sicuro che i miei lavori esprimano esattamente questo, esattamente quello che prova la gente per me durante lo shooting.

Mario Testino, James Gooding e Donovan Leitch, Los Angeles, c. 1999 © Mario Testino
Hai mai pensato che il tuo lavoro crei ideali di bellezza irraggiungibili per il pubblico?
Sì, ovviamente ci ho riflettuto. Ma quando guardo le mie immagini le trovo belle, ma non vuol dire che io voglia per forza assomigliare ai soggetti che vedo. In un certo senso potrebbero anche aiutare chi le osserva a sentirsi più forte: si tratta solo di documentare l'esistenza di persone diverse e bellissime, come le donne che ho fotografato per la campagna Dove.
Credo di conoscerla.
Erano tutte donne di diverse forme, età e colore della pelle. Tutte incredibili. Ma bellezza è irrilevante nel mio lavoro: io mi occupo di documentare persone scelte esclusivamente per le loro proporzioni fisiche. La moda è nelle mani degli stilisti che creano pezzi unici in una determinata taglia, pensata per finire sulle copertine delle riviste. E le modelle devono entrare in quella taglia. E questo crea un confine enorme nella fotografia di moda, perché se vuoi qualcuno con proporzioni diverse devi far scucire e ricucire l'abito così che vada bene alla modella, ma è impossibile, perché i capi per gli shooting vengono prestati solo per un giorno. È un circolo vizioso.

David Bowie, New York, V Magazine, 2002
Cosa pensi della definizione di femminilità e mascolinità?
Sono idee false, superate. Credo che in ognuno di noi risieda una parte femminile e una maschile. Perché un uomo che piange deve essere visto come femminile? Tutti piangiamo. E se una donna sul lavoro è autoritaria e determinata, allora viene subito classificata come mascolina. Perché queste associazioni? Per me, queste parole non significano nulla. Tutti siamo tutto.
Come è cambiato il modo in cui la moda percepisce l'uomo?
È buffo: uno pensa che la moda maschile sia cambiata molto lentamente, e in un certo senso è vero e ci sono ancora tradizioni forti e uniformi che continuano a resistere, ma se guardo a tutto il mio lavoro il cambiamento è ben visibile. Ma anche una grossa varietà, dovuta al fatto che da subito ho deciso di andare dove mi commissionavano i lavori, quindi ho viaggiato di continuo. In più di 30 anni ho visto la moda cambiare a New York come a Tokyo, a Londra come a Rio... Anche le cose più tradizionali, come il completo, sono cambiate molto.

New York, 2007

Edward Fogg, Los Angeles, Gucci, 1996
Crediti
Testo Felicity Kinsella e Agata Waleczek
Photo Courtesy of Mario Testino e Nadine Dinter PR
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