Re:Humanism: ripensare i confini partendo dall'Intelligenza Artificiale
Aperta dal 5 al 30 maggio al MAXXI di Roma, la mostra "Re:define the boundaries" esplora le trasformazioni dei concetti di corpo e identità nell’era contemporanea.

Dalla biodiversità alla coscienza ecologica, dall’identità di genere alla costruzione di nuove forme relazionali, Re:define the boundaries è la grande mostra collettiva di Re:Humanism, progetto incentrato sulle relazioni tra arte contemporanea e Intelligenza Artificiale che rappresenta il momento finale della call for artist internazionale Re:Humanism Art Prize lanciata lo scorso ottobre.
Sul doppio fronte ecologico e sociologico si muove il progetto vincitore del concorso: l’opera firmata dal collettivo Entangled Others, che a partire da uno studio della barriera corallina—esempio perfetto di interconnessione nel mondo naturale—, crea, attraverso l’utilizzo del deep learning, un ecosistema acquatico digitale in grado di esplorare i concetti di biodiversità e relazione tra specie, producendo nuove possibili forme relazionali.


Da una presa di coscienza ambientale nasce anche Three Thousand Tigers della bolognese Irene Fenara, un progetto che, partendo da 3.000 immagini fotografiche di tigri, utilizza un algoritmo generativo che replica la tradizionale tecnica di trama e ordito per realizzare un arazzo in tessuto, tramite il quale rileggere in chiave metaforica il fenomeno dell’estinzione delle tigri.
La genetica dialoga con il sound design in ABCD1, progetto con cui il collettivo artistico Umanesimo Artificiale esplora nuove espressioni di sonificazione del DNA attraverso algoritmi di AI sotto forma di un'installazione sonora. Tra i territori della biologia (e non solo) si muove anche Johanna Bruckner con l’installazione video Molecular Sex: il protagonista è un sex-robot gender fluid, che incarna contemporaneamente approcci di sessualità appartenenti a forme di vita differenti, decostruendo le relazioni esistenti e confermando l’instabilità delle categorie di sesso e genere.


Nella serie di installazioni (Non-)Human: The Mooving Bedsheet di Yuguang Zhang, che parte da una prospettiva più speculativa, interrogandosi sulla relazione che ci lega agli oggetti di uso quotidiano e al confine sempre più sfocato tra umano e non umano, lasciandoci intuire un futuro popolato da intelligenze non umane.
C’è poi Body as Building di Elizabeth Christoforetti e Romy El Sayah, che con un approccio progettuale attraverso cui ogni individuo partecipa alla creazione del proprio contesto abitativo delinea le coordinate di un nuovo tipo di urbanistica e a mette in discussione il concetto rinascimentale di autorialità in architettura mentre sulla relazione fra arcaico e futuribile, tecniche antiche e tecnologie contemporanee si concentrano le opere di Egor Kraft e Mariagrazia Pontorno.


Infine, con le opere di Numero Cromatico e di Carola Bonfili ci si addentra invece nei territori della letteratura. I primi riprendono, attraverso un generatore di testi basato sulle Reti Neurali Artificiali, la forma dell’epitaffio per decretare la morte dell’artista umano. La seconda sfrutta il format di un videogame per raccontare i “dissidi interiori” di una creatura tra il mitologico e l’alieno che ha interiorizzato un repertorio universale di comportamenti umani e si interroga sul proprio essere nel mondo.
Durante il periodo della mostra, inoltre, si terranno una serie di incontri e talk, sia in presenza che in streaming, con alcuni esperti di Intelligenza Artificiale, con gli artisti e con esponenti del mondo dell’arte e della cultura contemporanea.
La mostra “Re:Humanism - Re:define the boundaries” è visitabile al MAXXI di Roma dal 5 al 30 maggio 2021. Trovi qui tutte le informazioni.


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Crediti
Testo di Carlotta Magistris
Fotografie su gentile concessione di MAXXI