Foto dal backstage della F/W 22 di Simon Cracker: "SULLE CORNA DELLA LUNA"
Fate punk, principi in maglie tecniche e corone di pizzi fatti a mano: esploriamo i clash estetici della couture di Cracker.
Nata da un’interazione avuta tra il designer Simon Cracker e un pasticcere siciliano, SULLE CORNA DELLA LUNA è una collezione che attinge dal linguaggio proverbiale per trasportare la dimensione della tradizione verso altre altezze (no pun intended). Con il suo progetto F/W 22/23—mostrato come sfilata parte del calendario di Altaroma—Simon Cracker ha infatti portato avanti la sua ricerca di decostruzione e ricontestualizzazione di abiti archetipici, questa volta partendo dal contesto delle tradizioni e dei costumi legati al matrimonio.
Come tutte le sue creazioni firmate Cracker, anche questa collezione è frutto di una progettazione e produzione sostenibile e consapevole, attenta agli sprechi e al riutilizzo di materiali piuttosto che alla realizzazione di capi da materie prima.
Il progetto verte su una riflessione del concetto ampio e fluido di femminilità e parte appunto da un lavoro di denaturazione e riproposizione dell’abito da sposa. Recuperando abiti da sposa dimenticati, rimanenze di magazzino e abiti vintage, il designer li ha ricomposti e scomposti, alimentando uno stile che lui e il suo team definiscono come Punk Kindness. Ecco che pellicce vintage sproporzionate, scarpe ricoperte di nastro adesivo colorato, borsette bon ton e ballerine decorate con pois disegnati a mano e la tradizionalissima camicia azzurra—archetipo del guardaroba maschile più classico—mutano e si trasformano dando forma a nuovi personaggi della tradizione rivisitati.
E tra spose punk fatate con gonne di tulle e principi azzurri—come la camicia—postmoderni e iconoclasti, abbiamo voluto fare un giro nel backstage della sfilata per conoscere da più vicino gli abitanti dell’universo firmato Simon Cracker.













Segui i-D su Instagram e Facebook.
Crediti
Fotografie: Gianmarco Ollio
Styling: Filippo Leone Maria Biraghi
Cracker Crew: Livia Chiffi, Giulia Panza, Pietro Bonacina
Un ringraziamento speciale a MAXIMILIAN LINZ