6 progetti dal workshop di i-D per il Master in Fotografia di Raffles Milano
Ecco come i sogni, le visioni e le aspirazioni della nuova generazione di creativi emergenti prendono forma.
Immagine di sinistra di Arianna Angelini, immagine di destra di Gianluca Pezzato
In Via Felice Casati, al centro di uno dei quartieri non ufficiali (eppure tra i più vitali) della moda milanese, Raffles Milano - Istituto Moda e Design si inserisce come un hub multidisciplinari in cui i sogni, le visioni e le aspirazioni della nuova generazione di creativi emergenti prendono forma.
Uno spazio di condivisione ed espressione dove le classi di new talent raccolgono le fila delle proprie passioni per concretizzarle, sperimentando con le proprie attitudini e iniziando a porre le basi su cui sviluppare la propria pratica—che sia quella del design della moda, della fotografia o della grafica. Il luogo ideale per noi di i-D Italy, dove poter sbirciare dall’interno cosa sta ribollendo tra le fila della nuova generazione di talenti, connetterci con loro, condividere il nostro know-how e poter dare loro il sostegno, lo spazio e l’ascolto necessario.
Il risultato? Una serie di workshop per il Master in Fotografia di Raffles Milano, in cui abbiamo indagato questa pratica artistica come veicolo di auto-espressione, come dispositivo contemplativo e come mezzo per creare documenti (reali o fittizi, poco importa) della realtà. Questi 6 menti creative hanno realizzato altrettanti progetti unici, ed eccoli qui sotto. Prendete appunti, perché (ri)sentirete parlare di loro molto presto.
Gianluca Pezzato
Fashion Rocks esplora le interconnessioni formali che si creano tra i kit da montagna e l’alta moda, sovvertendo i canoni di cui il fashion system si è appropriato negli ultimi anni per gettare nuova luce sull’hiking come pratica sportiva libera da soluzioni estetiche o di stile. Forse, è proprio questa libertà che ha affascinato in maniera totalizzante il mondo della moda e che forse non riuscirà mai ad emulare per davvero. Praticità, funzionalità e comodità diventano così i punti focali di un look autentico e slegato da previsioni di mercato o trend passeggeri, che si inserisce nel panorama dell’abbigliamento come uno stile versatile, fortemente individuale e staordinariamente creativo.




Antonio Mantovani
Il trend degli abiti vintage, dei thrift shop e dei mercatini dell’usato sta spopolando ormai da anni nelle nuove generazioni. Ma cosa accade quando quegli accessori o capi vengono ereditati direttamente da un membro della propria famiglia? Quello che si crea è una relazione intima e potente, di cui gli oggetti diventano una vera e propria incarnazione—simboli magici capaci di contenere biografie intere, esperienze, sensazioni. Con questo progetto fotografico, Antonio indaga questa potente qualità degli abiti, scattando chi li ha indossati per una vita intera e chi, qualche generazione dopo, li scopre per la prima volta.




Acyle Beydoun
L’artista visiva e art director di origini libanesi si intrufola nella comunità skate di Milano per interfacciarsi con una realtà che più che una sottocultura è un vero e proprio fenomeno globale, dominato da valori autentici e sinceri, come la voglia di esprimersi e la liberà di vivere agilmente sulla superficie urbana per farla propria. Così prende forma un progetto stratificato, in cui le esperienze e i mondi interiori dei suoi soggetti rivelano un senso di comunità forte e inscindibile, che li lega per sempre a uno sport che più che una pratica diventa un vero e proprio stile di vita e dove la nostalgia diventa parte integrante di un’esperienza di vita che oscilla tra leggerezza e consapevolezza.




Arianna Angelini
Con Black Canvas, Arianna si spinge nell’universo creativo di cinque artiste, figure che vivono e respirano le proprie pratiche tentando di tracciarne i possibili futuri e le più innovative applicazioni. Dalla ceramica alla musica, dall’illustrazione alla maglieria, questo saggio fotografico esplora l’arte in senso lato, vista dal punto di vista personale e intimo di queste giovani artiste. Colori opachi, female gaze, empatia e una patina sognante rivelano il lato più sincero dell’arte, quella che deriva dalla purezza che solo una profonda connessione con se stess* e il mondo che ci circonda sa regalare.




Alessio Fusi
Quando una strada diventa la casa per un’intera comunità accade qualcosa di stupefacente: diventa il punto in cui si snoda un mondo parallelo, dove la vita di quartiere diventa un magnete e un safe space per gruppi di giovani in cerca di divertimento, community e condivisione. Ed è esattamente quello che accade a Milano, in Via Lecco, documentata da Alessio Fusi in The street you call home, una serie che ritraggono dettagli di un’intera scena, frame di una realtà che coinvolge tanto le persone parte della comunità LGBTQI+ quanto i semplici curiosi, in una danza senza pregiudizi, norme o convenzioni dedicata completamente a quel tipo di leggerezza che, anche nei momenti più bui, si rivela essere una risorsa e un punto di forza indispensabile.




Aurore Greindl
Quante cose pensiamo, diciamo o cantiamo sotto la doccia? A meno che non siate degli alieni, potremmo rispondere con: molte. Ma quante volte ci fermiamo a pensare che quel momento così intimo possa essere una catarsi delle preoccupazioni, delle esperienze e delle gioie che costellano la nostra vita? Shower Therapy indaga proprio questo aspetto così personale del gesto che è lavarsi, un modo di entrare in contatto non solo con il proprio corpo ma con anche tutto l’apparato di sensazioni, pensieri ed emozioni che troppo spesso nascondiamo alla vista, svestendolo di quei pesanti abiti che ci impone la società.




Qui sotto trovi invece gli editoriali di moda realizzati dal corso









Crediti
Testo di Carolina Davalli
Immagini su gentile concessione del Master in Fotografia di Raffles Milano
Un ringraziamento speciale a Francesco Mautone, Stefano Sciuto, Charity Dago e Silvia Acquapendente
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