21 fotografi brasiliani che stanno riscrivendo l'immaginario dell'America Latina
Dimentica tutto quello che pensavi di sapere sul Brasile, e immergiti nei visionari e stravaganti scatti di questi giovani artisti emergenti.
Sinistra: Mylena Saza. Destra: Pedro Pinho
Se c'è una cosa buona del vortice di finzione che è Instagram, è che ci permette di scovare nuovi artisti di ogni tipo. Gente di talento, che ha qualcosa di originale e fresco da offrire in un mondo ormai saturo di immagini.
Ma in un panorama così vasto, è importante riconoscere e valorizzare il lavoro di chi sa distinguersi. Noi cerchiamo di farlo (anche) attraverso la nostra rubrica "20 nel 2020", in cui vi presentiamo i migliori talenti in circolazione di un settore creativo specifico. Dagli artisti digitali ai fotografi di nudo, dai videomaker agli hair stylist, nessun ambito è escluso.
Oggi, con l’aiuto di Igi Ayedun—scrittrice ed editor nata e cresciuta a São Paulo, Brasile—esploriamo la scena della fotografia indipendente brasiliana. Igi, infatti, di fotografia ne sa qualcosa, perché dopo aver dato inizio alla propria carriera a soli 15 anni lavorando come archivista della casa editrice più grande del Brasile, ha da allora contribuito alle maggiori testate di moda internazionali—come Elle, L'Officiel, Glamour, Harper's Bazaar.
Oggi Igi è a capo del giovane progetto MJOURNAL, "la prima pubblicazione brasiliana ad essere fondata da persone di colore" ed è parte di FLAGCX, il più grande network di comunicazione indipendente dell’America Latina. "In una realtà elitaria e dominata da persone bianche, MJOURNAL rispecchia il nostro desiderio di trasformare l’industria creativa dall’interno,” afferma. "Non ci vedo come ‘creatori’ di novità, perché le novità nascono nelle strade e negli scenari che noi semplicemente registriamo. Credo invece che MJOURNAL sia il posto dove questa novità si sviluppa, ottiene un corpo, una struttura, viene celebrata e finanziata."
21 fotografi brasiliani che dovremmo tenere d’occhio
La scena creativa brasiliana è fiorita notevolmente negli ultimi 10 anni anche grazie all’ascesa dei social media. Sì, esistono ancora delle barriere significative per le persone BIPOC e per le comunità LGBTQ, ma creare un’immagine di moda era prima qualcosa di ancora più esclusivo, e solo le persone che avevano accesso alle università e agli strumenti necessari potevano permettersi di diventare image-maker.
Purtroppo, in Brasile, gli effetti della colonizzazione ci fanno credere che le linee guida del pensiero globale debbano necessariamente provenire dalla cultura del nord. Questo è collettivamente percepito come molto frustrante. Prima di tutto, è necessario tenere bene a mente che in Brasile esiste una classe dominante, discendente dall’Europa antica, i cui standard sono tramandati e ancora oggi risultano molto oppressivi.
Ho vissuto a Parigi, Barcellona e Londra, e mi sono stancata di dover rispondere alla domanda: ‘Esiste una moda brasiliana?’, come se non avessimo dei vestiti o un senso di stile. La cultura brasiliana è molto ricca; abbiamo un DNA che fonde origini indigene americane, africane e asiatiche. MJOURNAL è nato da questa urgenza, quella di indirizzare discorsi rilevanti e di supportare artisti brasiliani, latino-americani e di tutto il Sud globale, distanziandoci da un linguaggio complesso, accademico e classista come forma di validazione. Qui dibattiamo su concetti legati all’economia, alla salute pubblica, alla società e all’identità dalla prospettiva dell’arte, del design e della moda in maniera semplice e aperta.
MJOURNAL si impegna a promuovere una visione del Brasile lontano dagli stereotipi che lo circondano e a offrire uno spazio democratico a più sguardi diversi sul paese. E questo è estremamente urgente in questo momento, considerando la situazione politica brasiliana.
La selezione che segue raccoglie alcuni membri della nuova generazione di fotografi che stanno ridefinendo la cultura visuale del Brasile. Vediamo diverse narrazioni che mostrano ciò che realmente rappresenta l’identità brasiliana. Questi sono i 21 nomi che hanno deciso di guardare ciò che siamo davvero, e non ciò che fingiamo di essere.
Gleeson Paulino, 33, Mato Grosso do Sul
Fernanda Liberti, 26, Rio de Janeiro
Karla Brights, 33, Quixeré, Ceará
INDIO (Victor Reiz), 24, Osasco, São Paulo
Bruna Sussekind, 26, Rio de Janeiro
Pedro Pinho, 29, Brasília
Vine Ferreira, 26, Sorocaba, São Paulo
Ivan Erick Menezes, 32, Belém, Pará
Mylena Saza, 22, Maranhão
Helen Salomão, 26, Salvador, Bahia
Caroline Lima, 29, Salvador, Bahia
Wallace Domingues, 25, São Gonçalo do Sapucaí, Minas Gerais
Cai Ramalho, 26, São Paulo
Pedro Napolinário, 23, São Gonçalo, Rio de Janeiro
Rafa Kennedy, 26, Manaus, Amazonas
Gabriela Schmidt, 31, Blumenau, Santa Catarina
Pedro Ferreira, 24, São Paulo
Caodenado (Jeff), 24, Votorantim, São Paulo
Edgar Azevedo, 26, Salvador, Bahia
Brasilândia (collettivo), São Paulo
Mar+vin (Marcos Florentino, 27, Jaicós, Piauí + Kelvin Yule, 26, Valença, Bahia)
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Questo articolo è apparso originariamente su i-D UK