essere una drag queen a milano nel 2019 : il diario fotografico di vincenzo d'ambrosio
"Documento tutto ciò mi circonda quando mi esibisco, raccontando un mondo fatto di meravigliose creature che vivono di notte e sognano di giorno."
Fotografia di Vincenzo d'Ambrosio
Questo contenuto fa parte della Pride Week 2019, la nostra settimana tematica che vuole raccontare storie, persone e avvenimenti che fanno parte della cultura queer. Perché lo abbiamo già detto un po’ ovunque, ma vale la pena ricordarlo: i-D è a favore dell’amore, in tutte le sue forme. Dell’uguaglianza, a tutti i costi. Della tolleranza, senza eccezioni. Buona settimana del Pride a tutti, ci vediamo sabato tra le strade di Milano per celebrare l’orgoglio LGBTQ. In questo articolo il fotografo Vincenzo d'Ambrosio ci parla del suo ultimo progetto, “late 2 the party in heaven”, spiegandoci com’è nato e qual è l'intento con cui lo porta avanti ormai da anni. di tali immagini. Oltre che fotografo, Vincenzo è anche una sensualissima drag-queen: seguitelo su Instagram saperne di più.
Se dovessero dirti: "Sei in ritardo per una festa in paradiso," sicuramente significherebbe che stai
per perderti un drag show. Figura dalle sembianze femminili con una grande personalità,
questa è la drag queen. Il fenomeno drag, oggi più che mai, è esploso a livello globale
grazie alle piattaforme social e programmi tv (esteri ovviamente) scaturendo un successo
tale che alcune di loro sono diventate influenti tanto quanto celebri
cantanti e attori. Ma cosa si nasconde realmente dietro questo enigmatico mondo? Qual è
la sua vera essenza?
Il mio nome è Angel McQueen. Mi sono impossessata di un computer della redazione di i-D Italy e sarò la vostra guida nell'esplorare questa realtà. Ad accompagnarci sarà un mio amico e collega, Vincenzo D’Ambrosio (on stage Ambrosia).
Il suo progetto fotografico late 2 the party in heaven—tutt’ora in fase di sviluppo—rappresenta in maniera fedele alcune delle innumerevoli sfaccettature del mondo drag e queer milanese, senza porre alcun tipo di filtro fra chi fotografa e chi viene fotografato. Il risultato sono immagini reali e intime di alcuni momenti altrettanto reali, vissuti in prima persona da Ambrosia stess*.
È giunto il momento di seguirmi in un frivolo botta e risposta con Ambrosia, per scoprire com'è essere una drag queen a Milano nel 2019.

Ti faccio una domanda un filo personale, tanto per cominciare leggeri. Le tue radici poggiano a Napoli, come hai vissuto la sua realtà queer? Milano è differente in cosa?
Napoli è sempre stata attiva nella lotta contro le discriminazioni di ogni tipo, compresa quella sessuale. Ci sono sempre stati diversi punti di riferimento per la comunità LGBTQ, posti in cui divertirsi e confrontarsi come spiagge, locali e caffè letterari, dove vengono spesso organizzati incontri con scrittori e serate di musica live. Purtroppo, abitando in un piccolo paesino, non ho vissuto a pieno la città e non ho avuto modo di partecipare assiduamente alla vita culturale, ma ciò nonostante ho sempre vissuto liberamente la mia realtà queer. A Milano è stato tutto molto più semplice, ovviamente: qui si avverte una consapevolezza diversa e, abitando in centro, ho la possibilità di prendere parte a più eventi, godendomi al 100 percento ciò che di queer offre questa città.

Ti conosco abbastanza bene da poter affermare che sei una persona con una grande sensibilità. Quindi vorrei capire meglio cosa rappresentano questi scatti per te e come è nata l’idea/bisogno di raccontare il tuo mondo?
Sin da quando ho iniziato a travestirmi ho sempre visto quello che facevo come un semplice passatempo, un po’ perché influenzato dalle aspettative che la mia famiglia ha sempre avuto su di me e un po’ anche dalla società in cui vivo. Ho sempre cercato di orientare il mio percorso verso altre strade, accantonando le mie passioni e quelle che potevano essere le mie doti d’intrattenimento.
Quando ho iniziato a studiare e apprendere l’importanza del travestitismo nella storia, ho capito che quello che faccio merita di essere ricordato. Così ho iniziato a portare con me la mia vecchia fotocamera e a documentare tutto ciò mi circonda, fatto di meravigliose creature che vivono di notte e sognano di giorno. I miei scatti rappresentano una traccia, mia e di chi come me vive la mia realtà queer. Il mio intento è quello di collezionare ritratti negli anni per poi pubblicarli in futuro sotto forma di libro.

La cultura e il mondo queer stanno sempre più entrando a far parte del mondo mainstream, specialmente grazie ai nuovi programmi d'intrattenimento cosa pensi possano insegnare alla società contemporanea?
È importante che tutti siano onesti con loro stessi, accettando chi sono davvero, ma anche andandone fieri. Se da piccolo avessi avuto più esempi da seguire, sarei sicuramente cresciuto più forte e consapevole di ciò che sono. La cultura queer rispetto a dieci anni fa è cambiata molto, ma da sempre insegna a vivere più apertamente la propria sessualità e identità, esprimendosi artisticamente sia attraverso performance di drag queen che travestitismo.

Adesso ti lancio una sfida, riesci a spiegare brevemente, chiaramente e semplicemente che cosa è una drag queen? Tu ti definisci tale?
La drag queen è una vera e propria opera d’arte del travestimento che, sfoggiando un trucco e un abbigliamento volutamente appariscenti, esprime l’idea di femminilità eccessiva facendo, alle volte, anche della satira politica. Nonostante ci siano diversi modi di intendere il drag, a volte riferirsi a una drag queen come "travestito" è considerato errato, perché non tutti gli artisti drag contemporanei cercano di creare l'illusione di essere una donna; alcuni artisti distinguono tra travestiti, che vogliono emulare una figura femminile e che si vestono del sesso opposto nella vita di tutti i giorni, e drag queen, che vogliono semplicemente creare una personalità femminile tutta loro per una performance o per un evento. Io non ho mai sentito il bisogno di etichettarmi, lo trovo riduttivo ma, in base a quanto detto precedentemente, credo che "travestito" sia la definizione più pertinente, anche se facendo riferimento alla mia cultura napoletana, “femminiello” sarebbe più calzante.

Cosa diresti a chi non conosce questo mondo per interessarlo a scoprirlo?
Vieni a vedermi venerdì sera, sei nella mia guest list.








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Già l'anno scorso Vincenzo aveva fatto parte della nostra Pride Week, fotografando per noi i sorrisi più belli del Pride di Milano. Se volete dare un'occhiata e. farvi prendere dalla nostalgia, trovate tutto qui:
Crediti
Testo di Angel McQueen
Fotografia di Vincenzo D'Ambrosio