Fotografie per viaggi immaginari e senza tempo, intrise di sole e spensieratezza
Un'ode alle languide estati senza fine.
Fotografia di Cleo Goossens
Era il 1981 quando i genitori della fotografa olandese Cleo Goossens salirono sulla loro Renault 4 giallo canarino e intrapresero il loro primo viaggio attraverso la rinomata Route du Soleil francese, la strada che collega Parigi e Lione, nonché uno dei tratti più trafficati d'Europa. Negli anni a seguire, avrebbero ripetuto quel viaggio ogni singolo anno per raggiungere Mont Ventoux in Provenza. Questa piccola cittadina diventò ben presto una sorta di luogo di pellegrinaggio per Cleo e la sua famiglia, ed è qui che lei custodisce i suoi ricordi estivi più cari.
All'inizio di quest'anno -- a 28 anni compiuti, la stessa età dei suoi genitori quando intrapresero quella gita per la prima volta --, Cleo ha deciso di mettersi in viaggio insieme al suo partner Steven Janson e ripercorrere le orme dei suoi genitori. E ha scelto un momento davvero significativo per farlo: ricordare suo padre il giorno del decimo anniversario dalla sua morte, con questo gesto simbolico e carico di emozioni. Durante il viaggio, la fotografa ha scattato nature morte e ritratti: un bicchiere di plastica abbandonato su un tavolo, il fiocco blu tra i capelli biondi di una ragazzina, la sabbia appiccicata sulla schiena di un ragazzo appena uscito dall'acqua. L'atemporalità permea tutto il suo lavoro, e guardarle ti fa immediatamente sentire una tremenda mancanza di quelle vacanze estive della tua giovinezza, languide, lente e rilassate, che sembravano non finire mai.
"Mi interessa esplorare i confini di genere all'interno della mia fotografia," spiega Cleo. "La maggior parte del mio lavoro è radicato nella fotografia documentaristica, ma mi piace anche collaborare con quei soggetti che trovo interessanti e capire insieme a loro il tipo di visione che sto cercando e che voglio trasmettere." In questo senso il pensiero va subito alla modella Jip Boxstart, vera e propria musa della fotografa e soggetto assiduo all'interno suo lavoro. "Visito luoghi che mi ispirano, ma lascio che le cose prendano naturalmente la loro piega," continua Cleo.

Dato questo approccio, non stupisce il fatto che Cleo citi il fotografo William Eggleston come una delle sue influenze maggiori. Considerato nel settore come il "maestro della colour photography", Eggleston è conosciuto in tutto il mondo per il modo in cui ha trasformato la banale quotidianità dell'America in un soggetto fotogenico. L'immagine della mano che muove una cannuccia all'interno di un cocktail appoggiato sul tavolino di un'aereo, con la luce del sole che filtra attraverso il vetro e la plastica può essere considerata rappresentativa di un vero e proprio canone estetico. "Ho sempre pensato in immagini, più che con le parole," spiega Cleo. "Ho sempre fatto fatica a imparare nuove lingue. La fotografia, invece, mi viene naturale e mi sembra che comunichi molto più chiaramente delle parole." Continua: "Come Eggleston, ma anche Alec Soth -- un altro dei miei eroi --, mi interessa catturare i momenti e le coincidenze della vita di tutti i giorni."
Gli scatti dei viaggi di Cleo sono stati pubblicati nel volume Route du Soleil. "Il giorno in cui ho mandato il definitivo in stampa, è stato indetto il lockdown nazionale," dice. "All'inizio non sembrava proprio il tempismo migliore per fare uscire un libro, con tutti i musei chiusi e l'industria dell'arte e della cultura totalmente ferma, ma ho comunque deciso di continuare. Spero che sfogliarlo possa portare un po' di pace e conforto."
"Route du Soleil" è disponibile qui.









Crediti
Fotografia di Cleo Goossens
Questo articolo è apparso originariamente su i-D UK.
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