tre giorni a terraforma tra cassa dritta, pioggia e musica sperimentale
Se è il nostro festival preferito, un motivo ci sarà.
Basta superare l'ingresso di Terraforma per avere l'impressione di entrare in un mondo parallelo in cui tutte le (noiose) regole della società possono finalmente essere accantonate a favore di una libertà assoluta. Tre giorni, dal 5 al 7 luglio 2019, in cui ci siamo lasciati guidare da musica, workshop e in generale good vibes.
Giusto pochi giorni fa vi abbiamo spiegato perché Terraforma è un festival diverso da tutti gli altri, non solo per la line-up estremamente studiata, ma anche e soprattutto per l'offerta collaterale capace di andare oltre i soliti stereotipi da evento-al-parco-in-estate-con-musica, che si esplica in una location sostenibile (Villa Arconati - Far, di cui Terraforma si è parzialmente fatto carico della ristrutturazione del parco) e in tutta una serie di performance artistiche, installazioni, talk e laboratori a cui partecipare liberamente, seguendo solo l'istinto e la propria voglia di riempire il weekend con cose che ci piace fare, ma che lavorando non abbiamo tempo di fare.
Il sabato, dopo un pomeriggio afoso in cui boccheggiavamo con succo di frutta sempre in mano, un temporale estivo ci ha sorpreso in pieno. C'è chi si è riparato sotto i tavoli, chi ha tirato fuori un piccolo k-way, ma la maggior parte di noi ha continuato a ballare e divertirsi sotto la pioggia scrosciante. Zoe Natale Mannella ha fotografato tutto per noi, e qui trovate il riassunto di tre giorni a Terraforma tra cassa dritta, pioggia e musica sperimentale.














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Se vuoi la conferma che a Terraforma ci si diverte tutti, ma proprio tutti gli anni, qui il reportage 2018:
Crediti
Fotografia di Zoe Natale Mannella